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In attesa di qualcosa

dicembre 10, 2011

Qualcosa che non sia un treno o una data particolare, non so nemmeno se sia qualcosa di tangibile o di esprimibile. La cosa peggiore è che non so se questa arriverà, prima o poi, col tempo. Ma intanto son li ad aspettare, come se mi avessero obbligato a farlo. Anche se non mi andasse di attendere, lo farei inevitabilmente, senza un motivo, senza un perché. Non avrei comunque di meglio da fare, in quest’ oblio comunemente chiamato Week-End.

La mente è vuota, o almeno così vuole farmi credere. In realtà è così affollata che non ci faccio caso, un po’ come quando ti si para una struttura davanti talmente grande che non la noti. Gli occhi son persi nel vuoto, quasi dormienti, ma al contempo rapidi nel captare qualunque segnale. Le mani vanno ormai da sole, guidate non dalla riflessione ma dall’istinto, ormai padrone delle mie azioni. Lo stesso istinto che mi ha spinto a scrivere queste due righe a mezza notte passata, dopo aver trascorso una giornata di assoluto far nulla.

Ho preso un libro, anzi, Il Libro. Il libro della mia vita, mi son sempre detto. Si dice che l’essenza di un libro sia riposta nella pagina numero 69, o in quella numero 99, ora non ricordo. E, fra uno starnuto e l’altro, posso assicurarvi che non c’è nulla di più sbagliato. Quel libro che ho tanto amato non lo sfiorerei nemmeno se mi affidassi a quell’ infondata diceria.  Quindi ho fatto di testa mia e ho preso a sfogliarlo nella speranza di trovare una bella frase da riproporvi.

“Non esiste nulla che sia un problema senza un dono per te nelle mani. Tu cerchi problemi perché hai bisogno dei loro doni.”

Alla faccia di chi disse della pagina 69, questa frase l’ho trovata alla 61. Ciò non significa niente, ma è la frase sopra scritta ad essere importante.

E mentre sento stranamente un fischio proveniente dall’ appartamente affianco, mi vien da ridere di come la vita abbia uno spiccato senso dell’umorismo. Una frase del genere non la si trova così per caso in un momento così particolare. Ma non per niente quello che sto reggendo è Il Libro, la mia vita in formato cartaceo.

Che buono il profumo della carta stampata… Manderei al rogo ogni tablet e/o libro elettronico privo di emozioni. Perché una cosa è leggere un articolo di un blog di seconda (ma anche di terza, o di quarta) categoria sul freddo monitor del pc, mentre ne è un’ altra leggersi il proprio libricino “profumato” alla luce di un lume a basso consumo.

Sfoglio ancora e mi appare quest’altra frase:
“Per poter vivere libero e felicemente devi sacrificare la noia. Non sempre è un facile sacrificio.”

In questo caso, la pagina 134 mi sta lanciando un vero e proprio guanto di sfida. E mentre il delirio notturno mi riaffiora alla mente un tema di battaglia di un gioco Pokémon a caso, rifletto su come ci si possa sentire da un momento all’altro delle persone fragilissime, capaci di farsi abbattere da delle frasi prese a caso da un libro.

Prendo Il Libro e lo ripongo di nuovo nello scaffale, ormai mi incute quasi timore quell’ammasso di carta.

Lo sento, mi sta per venire la febbre. Ma non me la sento di andare a letto, il mio senso del dovere non mi permetterebbe di dormire.

Ma mi chiedo: Dovere verso cosa? Bah, starò impazzendo, ma io DEVO aspettare quel qualcosa. Un illuminazione, un ricordo… Chi lo sa.

Il naso inizia a colare insistentemente, le orecchie bruciano e la gola… pure.

Ed è tutt’un declino generale, un declino dovuto a quel maledetto biplano che non ha avuto modo di precipitare insieme a me, in quanto non è mai decollato…

Troppe promesse insieme non fanno bene, il rischio di perderti qualcosa lungo la strada è troppo alto!

Ed evidentemente c’è anche il rischio di prendersi un raffreddore… Accidenti!

From → Living life

One Comment
  1. Roco permalink

    Ho letto solo ora quest’articolo, non l’avevo notato prima…
    Bello e introspettivo —
    In attesa di qualcosa… Una persona? Un evento? Il nuovo Messia? 🙂

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